Blog Post

GEN
13
2022

FORMA O CONTENUTO? Di Elena Dragotto. (Versión en castellano bajo – English version below)

(Versión en castellano bajo – English version below)

Mercoledì 12 gennaio, si è svolto il primo incontro dell’anno delle Zoomate con Elena Dragotto e l’argomento che ho scelto per la riflessione e la condivisione riguardava il senso del desiderare, del fare progetti per il futuro. 

Spesso ci capita di desiderare un futuro diverso, senza renderci conto che la diversità a cui aneliamo è solo nella forma e non nel contenuto. Ad esempio: voglio un lavoro diverso, in cui sentirmi realizzata, appagata, riconosciuta, ecc. Nell’ambito della forma, desideriamo cambiare il lavoro, chiedendo al nuovo lavoro le stesse cose che chiedo al lavoro che ho in questo momento della mia vita. E quindi, davvero chiedo per me qualcosa di diverso, di nuovo? O piuttosto è solo un cambio di forma che mi intrappola ancora di più nell’idea che è là fuori la mia felicità e che dipende dalle condizioni esterne? 

Cosa sarebbe ad esempio, veramente diverso, nuovo nella sostanza in questa situazione? Rendersi innanzitutto conto che sto chiedendo all’esterno di darmi quelle condizioni che non trovo in me stessa. La felicità, la realizzazione, l’appagamento, il riconoscimento ecc. sono innanzitutto stati interiori e finché “dipendono” dall’esterno, la loro ricerca sarà sicuramente infinita e la realizzazione intermittente, dipendendo da fattori esterni. 

Ovviamente questo non significa non cercare qualcosa che riteniamo più idoneo a noi stessi, ma che siamo coscienti che la ricerca è più un “allineamento” a noi stessi che una “estenuante ricerca della felicità” là dove è impossibile trovarla. 

***********************************************

¿FORMA O CONTENIDO?

El miércoles 12 de enero se realizó la primera reunión del año de Zoomate  con Elena Dragotto, y el tema que elegí para reflexionar y compartir se refería al sentido de desear, de hacer planes para el futuro.

A menudo sucede que deseamos un futuro diferente, sin darnos cuenta de que la diversidad que anhelamos es sólo de forma y no de contenido. Por ejemplo: quiero un trabajo diferente, en el que pueda sentirme realizada, satisfecha, reconocida, etc. En el ámbito de la forma, anhelamos cambiar el trabajo, pidiendo al nuevo trabajo lo mismo que le pido al que tengo en este momento de mi vida. Entonces, ¿realmente estoy pidiendo algo diferente, algo nuevo? ¿O es más bien un cambio de forma que me atrapa aún más en la idea de que mi felicidad está ahí fuera y que depende de condiciones externas?

Por ejemplo, ¿qué sería realmente diferente, nuevo en sustancia en esta situación? Darme cuenta, en primer lugar, de que estoy pidiendo al mundo exterior que me dé esas condiciones que no encuentro dentro de mí. La felicidad, la realización, la satisfacción, el reconocimiento, etc., son ante todo estados interiores y mientras “dependan” del exterior, su búsqueda será seguramente interminable y su realización intermitente, dependiendo de factores externos.

Evidentemente, esto no significa que no busquemos algo que consideremos más adecuado para nosotros, sino que seamos conscientes de que la búsqueda es más un “alineamiento” con nosotros mismos que una “búsqueda agotadora de la felicidad” donde es imposible encontrarla.

*****************************************************

FORM OR CONTENT?

On Wednesday, January 12, the first meeting of the year of Zoomate with Elena Dragotto took place and the topic I chose for reflection and sharing concerned the meaning of desiring, of making plans for the future.

It often happens that we wish for a different future, without realizing that the diversity we yearn for is only in form and not in content. For example: I want a different job in which I feel fulfilled, satisfied, appreciated, etc. In the area of form, we yearn to change the job, asking the new job for the same things I ask for from the job I have at this point in my life. And so, am I really asking for something different, something new for me? Or rather, is it just a form change that traps me even more in the idea that it’s out there for my happiness and dependent on external conditions?

What, for example, would be truly different, new in substance in this situation? Realize first of all that I am asking the outside to give me those conditions that I do not find in myself. Happiness, realization, fulfillment, appreciation, etc. are first of all inner states and as long as they “depend” on the outside, their search will surely be infinite and their realization intermittent, depending on external factors.

Obviously this does not mean that we do not seek something that we consider more suitable for ourselves, but that we are aware that the search is more an “alignment” with ourselves than an “exhausting search for happiness” where it is impossible to find it.

COMMENT : 0
L'autore
Dott.sa Elena DDV Dragotto direttrice dell’istituto HeskaiHer, insegnante e facilitatrice di Voice Dialogue, il cui lavoro in ambito accademico, in Italia ed all’estero, ha contribuito a far conoscere e diffondere questo metodo.

Lascia un commento

* Questa casella GDPR è richiesta

*

Accetto

*