RISPETTO E PROFONDITÀ. Dott.ssa Elena DDV Dragotto
L’amorevolezza nell’incontrare se stessi con la Dinamica dei Sé e il Voice Dialogue.
Ancora una volta, ho avuto l’opportunità di constatare la potenza del lavoro di gruppo con la Dinamica dei Sé e il Voice Dialogue. Questa volta l’occasione è stata il workshop L’ARTE DELLA COMPLESSITÀ svoltosi a Torino il 12 novembre scorso.
Non è la prima volta che constato come le qualità di questo approccio riescano a dare al lavoro di gruppo una profondità intrisa di rispetto e amorevolezza fuori dal comune, che permette ai singoli partecipanti di incontrare se stessi in maniera potente, ma senza essere invadente, catartica o eccessiva. Le stesse qualità che permettono di creare un clima rilassato e accogliente nel gruppo e fra i partecipanti stessi. Poter dire e sperimentare che “nessuno è sbagliato”, ma ciò che siamo è il meglio possibile, permette di accettare se stessi, il proprio sistema primario – i Sé in cui siamo identificati che ci fanno agire in automatico nella vita -, e di rilassare il Critico interiore. Si crea così la perfetta condizione per incontrare se stessi là dove ci si sente vulnerabili; per accogliere ciò che fino a quel momento era proibito; per onorare ciò che si è e nello stesso tempo fare i passi verso la libertà di essere tutta la propria potenzialità.
Per chi come me utilizza il counseling Voice Dialogue nella conduzione dei gruppi è ogni volta una benedizione osservare la profonda trasformazione di ogni singolo partecipante, anche solo in poche ore. Generalmente arrivano con l’idea di essere sbagliati e dover cambiare e se ne vanno con un maggiore rispetto per se stessi e con la consapevolezza del valore che i Sé primari hanno e hanno avuto nella loro vita. A alla fine di ogni incontro è chiara la percezione della possibilità di ampliare se stessi, di un ampio respiro, che apre la possibilità di abbracciare anche ciò che fino a poche ore prima era assolutamente inimmaginabile.
In fin dei conti, con il Voice Dialogue si impara ad amare: i propri Sé primari, la propria vulnerabilità; i Sé rinnegati, le proprie scelte, se stessi. E di conseguenza anche l’altro da se stessi, che non è mai Altro, ma Unico come noi, a quel punto non ci spaventa più.