L’ESPRESSIONE DELLA PROPRIA UNICITÀ PER UNA SOSTENIBILITÀ DELLA VITA. Di Elena DDV Dragotto
Premessa
Nella società odierna in grande evoluzione e cambiamento, sono venuti a mancare quei punti di riferimento e quei ruoli definiti, che permettevano alle persone di riconoscersi in un’identità rassicurante e di sviluppare relazioni anch’esse rassicuranti, durature e stabili.
Una delle conseguenze di questo periodo, nata per contrastare la grande vulnerabilità della società e degli individui che si è venuta a creare, è l’urgenza di “essere visibili”, sostenuta sia dalla cultura imperante che dallo sviluppo dei social media e dei tanti Talent show televisivi. Purtroppo, molto spesso, questa “conditio sine qua non” della visibilità a tutti i costi, viene confusa con la libertà e la necessità naturale dell’essere umano di esprimere se stesso. Il misunderstensing ha delle conseguenze, sia sugli individui che nella società, molto dolorose e dannose.
Infatti, il tentativo esasperato di imitare stereotipi irraggiungibili e alieni, ha come effetti naturali la delusione, la frustrazione e un senso di vuoto e inutilità che impediscono la percezione del senso della propria vita e offuscano la visione del proprio futuro. Individui non realizzati, frustrati e inconsapevoli del proprio valore, sono un costo altissimo per la società, in termini di benessere condiviso, relazioni umane soddisfacenti e sostenibili, creatività, responsabilità e salute.
Una società e una cultura che incoraggiano azioni che hanno radici nel desiderio di imitare gli altri con l’obiettivo di essere “meglio di…”, “più di…”, anziché dalla propria urgenza interiore unica e personale; che sostengono la competizione per aggiudicarsi una visibilità a prescindere dai propri reali interessi e desideri, sono destinate a non produrre effetti reali di evoluzione, di benessere e di incontro.
Per sviluppare una sostenibilità delle relazioni e del vivere, sembra essere più che mai necessario, quindi, riconoscere, sostenere e fornire spazi, supporti, culture, riflessioni, visioni e modelli che sostengano gli individui nella scoperta e nel riconoscimento della loro propria Unicità.
Il riconoscimento da parte dell’essere umano della sua personale Unicità ha, come conseguenza naturale, lo sviluppo di una società in cui ciascuno percepisce il proprio valore, a prescindere dalle mode e dai modelli esterni, ed è consapevole e responsabile del proprio ruolo, contribuendo allo sviluppo della sua complessità/ricchezza.
Una possibilità reale per raggiungere questo obiettivo è offerta dal counseling, professione relativamente giovane in Italia, ma non nel mondo anglosassone dove è nata, e nello specifico dal counseling relazionale Voice Dialogue.
Il counseling
“… la funzione del counselor è infatti quella di aiutare il cliente a diventare quello che era destinato ad essere … ”. (Rollo May)
Il Counselor o Counsellor, nasce come vera e propria figura professionale negli Stati Uniti intorno agli anni ’20, identificando quelle persone che, pur svolgendo un lavoro che richiedeva una buona conoscenza della personalità umana, non erano né psicologi né psicoterapeuti. In Europa il counseling, o counselling, si sviluppa negli anni ‘30, attraverso la Gran Bretagna, e in Italia si definisce come disciplina a sé negli anni ‘80.
Con il termine Counseling si intende una relazione d’aiuto che intercorre tra due persone, in cui una si rivolge all’altra per cercare di rispondere ad un bisogno specifico, relativo all’ambito familiare, ai rapporti affettivi, agli ambiti lavorativi e di autorealizzazione.
In particolare, il Counseling Relazionale “è una attività professionale finalizzata al miglioramento del benessere relazionale delle persone e conseguentemente ad una loro più elevata qualità di vita, attraverso lo sviluppo di una maggiore consapevolezza interpersonale e di risorse e abilità comunicativo-relazionali. Tali competenze consentono di gestire in modo efficace la comunicazione interpersonale e i conflitti relazionali”. (Associazione Nazionale Counselor Relazionali. Chi è il counselor relazionale. http://www.ancore.org/counseling/il-counseling-relazionale.html)
La sua caratteristica di essere un’attività a favore dell’empowerment dell’individuo e della collettività, lo collocano nel grande movimento della cultura umanista come elemento imprescindibile per formare individui consapevoli, profondi, responsabili e rispettosi del prossimo. Risponde, inoltre, efficacemente, alla necessità attuale di sviluppare negli individui e nella società una visione in cui gli uomini sono artefici e padroni del proprio destino con le loro diversità e le innumerevoli capacità creative. E questo grazie al fatto che il counseling attiva nelle persone processi di crescita e di miglioramento, permettendo di trovare spazi di espressione personale e collettiva ed educando alla libertà di essere se stessi.
Il Voice Dialogue
“Accordingly it is not surprising that some people have great resistance to seeing their personality as other than one monolithic, coherent unit. Something inside them resists the awareness that their personality is made up of many different parts – as if to admit such a breakdown would cause the breaking down into non-being of their identity itself.
More often, once we become aware of the diversity of elements in our personality, we accept them in principle, but continue to reject them operationally, in practice. As we live our lives, we continue thinking about ourselves and about others as if we were made “all in one piece,” as if we were already whole. We seldom think of ourselves – and of others – as made up of different parts. We sort of know it in theory, but in practice forget about it. So if we are talking to somebody who’s being obnoxious, we say, “He’s obnoxious,” and may get angry at him. And if an hour later he becomes happy and cheery, we say, “Well, he changed, he’s almost like a different person”. (SUBPERSONALITIES, James Vargiu, Synthesis Volume I: The Realization of the Self. The Synthesis Press, Redwood City, CA 1974)
Il Voice Dialogue è una tecnica sofisticata di “intervista ai Sé” che mira a sviluppare un processo di “Io Cosciente” che, sviluppando la libertà di scelta, permette di poter decidere consapevolmente, di volta in volta, quali aspetti interiori attivare nelle diverse situazioni di vita.
La Dinamica dei Sé e il Voice Dialogue nascono negli Stati Uniti negli anni ’70 ideati da Hal Stone, Ph.D. e Sidra Stone, Ph.D., e si fondano sul riscontro che l’“Io” è costituito da una molteplicità di Sé interiori.
“The Psychology of Selves provides a clear explanation of how these selves operate in your life and how they keep you from realizing your full potential. Learn how these selves determine the way you see the world, control your behavior, and limit your choices. Most of us live a much smaller life than necessary. Learn to be more than any one of your individual selves”. (Hal e Sidra Stone)
Quando nasciamo siamo esseri completamente vulnerabili, la nostra sopravvivenza dipende totalmente dalle cure dei nostri genitori o di chi si prende cura di noi. Inoltre, abbiamo a nostra completa disposizione tutto il bagaglio di comportamenti che possiamo mettere in atto durante la nostra vita: non ci sono limiti, il bagaglio di ogni essere umano corrisponde a tutti i comportamenti che esistono al mondo, da quelli più edificanti a quelli più aberranti, ognuno di noi li possiede. Ma cosa accade nei primi anni della nostra vita?
Di questo immenso bagaglio iniziamo a fare una cernita e la scelta avviene in base alle conseguenze dei comportamenti agiti.
I bisogni innati di appartenere e di essere amati, spingono l’essere umano a prediligere quei comportamenti, quei valori, quei punti di vista che salvaguardano questi bisogni. Di conseguenza, anche se inconsapevolmente, attuerà una scelta e si identificherà con quei Sé, the Primary Selves, che permettono di soddisfare questi bisogni legati ancestralmente alla sopravvivenza. Nel momento in cui ci si identifica in un gruppo di Sé, Io Operativo, anche se avviene del tutto inconsapevolmente, automaticamente si spingono i loro opposti, i Sé rinnegati, nell’inconscio. E così, quell’immenso bagaglio e quella ricchezza di cui gli esseri umani sono portatori, presto si riduce a pochi e ripetitivi comportamenti che non permettono una reale espressione di sé e una libertà di vivere.
Il counseling relazionale Voice Dialogue
Gli obiettivi del counseling relazionale Voice Dialogue sono la disidentificazione dai Sé primari in cui l’individuo è identificato; l’accoglienza nella propria vita dei Sé rinnegati con un conseguente ampliamento di se stessi e delle proprie risorse interiori; la presa in carico della propria Vulnerabilità; l’attivazione di un processo di Io cosciente che permette scelte libere e consapevoli.
I clienti hanno svolto generalmente un ciclo di 8/10 incontri di counseling relazionale individuale Voice Dialogue di un’ora ciascuno a cadenza settimanale o quindicinale; o incontri di gruppo in occasione di workshops o training di durata variabile. In entrambe le situazioni si è potuto constatare che gli incontri di counseling, attivando in tutti i casi un processo di Io cosciente, hanno permesso ai clienti l’accoglimento della propria ricchezza interiore e l’attivazione di un processo di empowerment, obiettivi fondamentali, per poter riconoscere la propria Unicità, darle ascolto e avere il coraggio di perseguirla nella propria vita.
Infatti, attraverso il counseling relazionale Voice Dialogue, è stato possibile per i clienti apprendere che i comportamenti usuali sono agiti, nella maggior parte dei casi, in accordo con alcune parti di sé, i Sé primari. Questa consapevolezza, ha permesso loro di non dare per scontata la propria vita come l’unica possibile e di rendersi conto che le loro azioni non erano realmente ispirate e guidate dal proprio sentire più intimo e profondo, in accordo con la propria Unicità.
Con grande rispetto per l’esperienza umana di ciascuno, il counseling Voice Dialogue ha facilitato le persone ad ampliare se stesse abbracciando sempre più tutta la ricchezza e la complessità di cui sono portatrici, senza giudizio.
La separazione dai Sè primari ha permesso ai clienti di aprirsi ad altre possibilità di agire e di guardare al mondo e alla vita ed è proprio questo il processo che porta naturalmente alla luce la propria Unicità. Quando le azioni non sono più “in automatico” perché guidate dai Sé primari, ma libere scelte ispirate dall’Io cosciente, emerge sempre più nel tempo la sensazione di autenticità del proprio agire e del proprio essere, fino al riconoscimento della propria Unicità di espressione e di esistenza.
Punto fondamentale e cruciale nel percorso di counseling Voice Dialogue che ha permesso ai clienti di lasciar andare la necessità di “essere speciali”, a favore dell’”essere Unici” è stato il confronto con la propria Vulnerabilità. E’ a questo punto che si è avuto un grande cambiamento, passando dalla richiesta di attenzione dall’esterno alla presa in carico di se stessi.
Il processo di Io cosciente attivato negli incontri di counseling ha permesso ai clienti di sviluppare un senso di responsabilità nei confronti di loro stessi e dei propri bisogni primari, liberandoli così da un agire permeato esclusivamente dalla necessità di essere accolti, amati e visti dagli altri.
In sintesi, nei percorsi di counseling relazionale Voice Dialogue, sia individuali che di gruppo, si sono riscontrati, in ciascun cliente/partecipante, i seguenti effetti:
– Empowerment;
– Accrescimento dell’autostima;
– Riconoscimento del proprio Valore;
– Sviluppo del libero arbitrio;
– Maggiore creatività;
– Crescita della responsabilità di se stessi, nelle relazioni e nelle azioni;
– Sviluppo della compassione e diminuzione del giudizio/separazione;
– Rispetto per se stessi e per gli altri;
– Relazioni più intime e soddisfacenti;
– Ampliamento delle modalità di affrontare le sfide della vita.
In conclusione, il percorso di counseling relazionale Voice Dialogue ha permesso una fondamentale trasformazione: dal condurre la propria vita con la necessità di essere “Speciali”, al riconoscimento e al rispetto della propria Unicità.
Uniqueness: a Sustainable Way of Life
”Furthermore, you are a one-of-a-kind miracle. Let’s consider the evidence: each fingerprint on every human being is different. Imagine, four billion people now present in the world, plus all those who have come before and will come in the future. All have their own unique fingerprints. There are no duplicates. […] And yet it is an indisputable fact. Each of us is different”. (Your Many Faces: The First Step to Being Loved, Virginia Satir, Celestial Arts, Berkeley CA 2009).
Abbiamo visto che in una società dove, per avere valore, essere amati, stimati, bisogna essere “speciali”, non è facile essere se stessi. La vita odierna è più complessa di un tempo, ma né la famiglia, né la scuola, né altre entità, si preoccupano di sviluppare un’intelligenza emotiva capace di affrontare queste complessità. E là dove c’è una fragilità/vulnerabilità, la necessità naturale è quella di proteggerla, di non ascoltarla, di trovare un modo per non sentirsi insicuri, inadeguati, sbagliati o non all’altezza. La causa interiore principale di questo malessere diffuso è uno dei Sé interiori più difficile da gestire, anche perché rinforzato dalla cultura dominante, il Critico interiore.
Il Critico interiore è quella parte di sé che critica e giudica per i pensieri, le azioni e i sentimenti di ognuno; che utilizza il confronto con il mondo esterno e fa sentire le persone inadeguate, inferiori, “meno di”. La maggior parte delle persone è inconsapevole della sua attività e del suo ruolo nella propria dinamica interiore.
Spinti dal Critico interiore, a cui fa da cassa di risonanza una società ed una cultura che richiedono performance di visibilità per avere uno status e un valore, le persone si allontanano precocemente dal “own unique fingerprint”, per abbracciare modelli e valori che il più delle volte non corrispondono intimamente, ma garantiscono quell’appartenenza e quella visibilità che permette loro di sentirsi adeguati e accettati.
D’altra parte è proprio sul senso di inadeguatezza che punta la maggior parte della pubblicità creando modelli di individui sempre e comunque impeccabili, profumati, giovani, belli, magri, intelligenti, performativi, ricchi.
Inevitabilmente questo confronta le persone con la frustrazione di non essere mai abbastanza, né per il proprio Critico interiore, tanto meno per la società e la cultura in cui vivono. Essere se stessi non va di moda!
Questo tipo di cultura e di educazione che ha come obiettivo la “Specialità” rende “insostenibile” la condizione di essere umano desideroso di esprimere se stesso e le sue potenzialità. Essere Speciali è faticoso è doloroso!
Faticoso perché obbliga ad essere costantemente “più degli altri”, a competere, a evitare gli altri per evitare di scoprire che forse, l’altro, è meglio di me. Doloroso perché essere Speciali significa rinunciare ai propri sogni e ai propri desideri, in ultima analisi a se stessi, a favore dell’essere amati a tutti i costi.
E’ l’Unicità la vera alternativa, è la ricerca dell’individuo della propria Unicità che aiuta a sviluppare il benessere di una società e degli individui che la compongono: la “felicità interna lorda” – FIL (in lingua inglese Gross National Happiness – GNH). O forse andrebbe ribattezzato: l’Unicità interna lorda (Gross National Uniqueness – GNU).
Il processo di counseling, e nello specifico il counseling relazionale Voice Dialogue, ha aiutato le persone a riconoscere il proprio Valore, le proprie risorse, i propri talenti, la propria Unicità.
Perché è l’Unicità che ci dà il posto nel mondo e ci rassicura su noi stessi e il nostro valore. Agire dalla propria Unicità garantisce il successo, è appagante, inebriante, dà la possibilità all’Umanità di usufruire gli uni e gli altri della ricchezza di cui ciascuno è portatore. E’ la fedeltà alla propria Unicità che apre la possibilità a relazioni intime e di collaborazione, alla creatività, allo sviluppo di reti di saperi, all’empatia e alla logica win-win, alla condivisione. Ad uno sviluppo sostenibile della Vita.
Conclusioni
Il rispetto della ricchezza di cui ogni essere umano è portatore ha lo stesso valore del rispetto che si deve avere per il Pianeta che ci ospita e le sue ricchezze che elargisce incondizionatamente. Favorire, attraverso interventi mirati, l’espressione individuale più unica e profonda, è un’azione che ha ripercussioni enormi a livello di vivibilità e rispetto per tutto ciò che ci circonda.
Per questo il counseling, che non si occupa di patologia, ma di benessere dell’essere umano è, in questa epoca di grandi cambiamenti, uno strumento eccezionale che risponde alle nuove istanze di complessità, imprevedibilità, vulnerabilità e novità. In particolare il counseling relazionale Voice Dialogue ha fornito alle persone gli strumenti per “fluire” con la complessità della vita moderna, insegnando a gestire innanzitutto la complessità interiore senza giudicare e rinunciare a nessuna parte di loro stessi.
In conclusione, riteniamo che sostenere lo sviluppo dell’Unicità dell’essere umano, significhi salvaguardare un capitale e renderlo disponibile per lo sviluppo sostenibile dell’Umanità e del Pianeta.
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