Superare la depressione estiva. Conversazione con Elena DDV Dragotto
La depressione estiva colpisce sempre più persone. Le ferie, le vacanze diventano quindi un forte elemento di malessere. Ne parliamo con Elena DDV Dragotto
Il fenomeno ha molti nomi: depressione estiva, summer blues, depressione stagionale o secondo una definizione accademica, SAD, disordine affettivo stagionale, acronimo creato dal professor Norman E. Rosenthal dell’Istituto Nazionale per la Salute Mentale americano, che per primo ha formalmente descritto e analizzato questo tipo di depressione. Di certo c’è che sembra aumentare di estate in estate il numero di persone, di ogni età ed estrazione sociale, per cui ferie e vacanze sono “un periodaccio”, invece che un momento di pausa, di relax, di svago. Abbiamo approfondito il tema con la dottoressa Elena DDV Dragotto, fondatrice dell’Istituto HeskaiHer, dottore in psicologia, counselor relazionale supervisore e docente di Voice Dialogue.
Dottoressa Dragotto perché la depressione estiva tocca sempre più persone?
Elena DDV Dragotto: Premetto che questo tipo di disturbo non riguarda il counseling ed ha moltissime modalità di espressione. Mi focalizzerò nella risposta su una delle probabili cause di questo tipo di depressione che è “il senso di vuoto” che si percepisce in questa stagione, rispetto alle giornate intense del resto dell’anno, regolate da un’agenda fitta di impegni. La società odierna si basa su valori e principi che appartengono all’energia di tipo Maschile, focalizzata sul “fare”, sull’agire e sugli obiettivi da raggiungere. Inoltre, il nostro valore e la nostra autostima sono anch’essi legati al fare e all’agire: più faccio e più mi sento di avere valore e più gli altri mi danno valore e così si accresce anche la mia autostima. Al contrario, è stata completamente rinnegata l’energia opposta, quella Femminile, che invece riguarda lo “stare”, l’”essere”, il sentire, l’ascolto, il vuoto. Nella nostra società l’”inazione” non è un valore e anche chi non fa non viene stimato. Sin da piccoli, è esperienza di molti, quando si restava a bocca aperta persi nei propri pensieri o in chissà quali mondi, in altre parole persi nell’essere e nel vuoto, si veniva bruscamente riportati alla realtà dal classico scappellotto accompagnato magari dalla frase: “Ti sei addormentato? Svegliati e vai a “fare” qualcosa invece di stare lì a non fare niente!”.
La depressione estiva si può prevenire?
Elena DDV Dragotto: Nella prevenzione, focalizzandosi sulle tematiche sopra esposte, posso dire che il counseling può fare molto. In particolare il counseling Voice Dialogue può aiutare le persone identificate in parti maschili ad abbracciare in loro anche gli aspetti femminili che sono quasi sempre giudicati o che spaventano e per questo rinnegati anche a livello personale e non solo culturale e di società. Alcune sedute di counseling Voice Dialogue permettono alla persona di riconoscere il valore dell’energia Femminile che sa stare nel “Vuoto”, perché ne riconosce il valore. E’ infatti dal Vuoto e dal silenzio interiore che nasce il Nuovo. Per questo motivo la stagione estiva potrebbe diventare un momento di grande ripulitura di se stessi, di trasformazione e di rinascita, aiutando anche a individuare, sulla base dei propri desideri, gli obiettivi, sia a livello personale che lavorativo, della nuova stagione invernale.
Cosa si potrebbe fare per contrastarla o ridurla?
Elena DDV Dragotto: Penso che non stare da soli possa essere senz’altro di grande beneficio. Questo disturbo causa cambiamenti di umore: la persona può sentirsi più triste, ci possono essere sentimenti di disperazione o di inutilità. Stare in compagnia di persone care e amici, evitando il caos estivo, e prendersi cura di questo tipo di vulnerabilità, forse dovuta anche alla mancanza di azione che in genere nutre l’autostima e ci fa sentire di avere valore, potrebbero aiutare le persone che ne soffrono, oltre all’eventuale supporto di uno specialista quale psicoterapeuta o psichiatra.
Come si può aiutare un familiare o un amico che soffre di depressione estiva?
Elena DDV Dragotto: Il primo consiglio è senz’altro quello di rivolgersi ad un professionista che possa trattare questo tipo di disturbi. E poi, potrebbe aiutare “raccontarsi” ed essere ascoltati dalle persone che non giudicheranno il nostro stato d’animo, per cercare di trasformare questo momento così difficile, in un momento dedicato all’ascolto di se stessi e di ciò a cui forse abbiamo negato l’ascolto in passato.
Intervista di Angelo Simone / UfficioStampa24