PREPARARSI ALLE VACANZE. Conversazione con Elena DDV Dragotto
Dopo un anno di impegni arrivano i mesi estivi e l’attesa vacanza. A volte, però, le vacanze si rivelano più uno stress che una fonte di relax. Perché? Scopriamo come evitarlo con Elena DDV Dragotto
Aumenta il numero degli italiani che non riesce a riposare in vacanza e che vive le ferie come un momento di stress, e non di benessere. Per trarre il meglio da una vacanza, occorre arrivarci preparati. Abbiamo chiesto come alla dottoressa Elena DDV Dragotto, fondatrice dell’Istituto HeskaiHer, dottore in psicologia, counselor relazionale supervisore e docente di Dinamica dei Sé e Voice Dialogue.
D: Dottoressa Dragotto perché la vacanza, a volte, fa paura?
Elena DDV Dragotto: Generalmente nella nostra vita tendiamo a creare degli equilibri che hanno il compito di evitarci sorprese e disagio emotivo. Durante tutto l’anno sono i nostri Sé primari, quei comportamenti in cui ci identifichiamo, a decidere e agire per conto nostro, anche se il più delle volte ne siamo inconsapevoli. Il loro agire ha lo scopo di farci amare dagli altri e di farci sentire comodi facendoci rimanere in quella zona comfort creata da loro appositamente per noi. Quello che spaventa della vacanza è proprio il rischio di uscire da una routine, dove gli equilibri, così testardamente e tenacemente mantenuti a qualsiasi costo, possano “squilibrarsi” e in questo modo confrontarci con qualcosa di noi e del mondo che ci crea disagio e paura. Sembra strano, ma rilassarsi può essere molto spaventoso! Per la maggior parte delle persone, avere le giornate piene di impegni, anche se si lamentano in continuazione, sono uno stordimento che le aiuta a non ascoltarsi e a non sentire le proprie emozioni. In questo modo possono mantenere gli equilibri rassicuranti. Inoltre, molto spesso, in vacanza ci troviamo a passare molto più tempo in compagnia del nostro partner e/o dei figli, degli amici e quindi a dover affrontare ciò che per tutto l’anno abbiamo sistematicamente evitato e questo indubbiamente creerà conflitti, paure e ansie. Insomma, in vacanza c’è il rischio che ci sia troppo poco da fare e troppa presenza dell’altro. Tutto questo potrebbe metterci di fronte a realtà molto imbarazzanti: si potrebbe evidenziare il fatto che non si ha niente da dirsi con l’altro; che non si hanno interessi comuni; che non si è più attratti; che ancora brucia la ferita di quella volta che…; che si è arrabbiati con l’altro; che non si hanno gli stessi ritmi e questo crea giudizio e tensione; e così via.
D: Ci si può preparare alla vacanza?
Elena DDV Dragotto: A questa domanda, mi viene in mente un po’ la corsa affannata alla ricerca della forma fisica che si scatena qualche mese prima della cruciale “prova costume”. Così come è un’ansia da prestazione l’una, è inefficace preoccuparsi di sé solo in occasione della vacanza. In entrambe i casi è lo stile di vita e la considerazione di se stessi e delle proprie priorità a dover essere cambiato. E comunque distinguerei il tipo di vacanza.
Se la persona si riconosce nella descrizione sopra esposta, forse, già essere consapevole di questi meccanismi interiori, le permette di non essere troppo in balia dell’ansia. Prima della partenza, potrebbe trovare degli accorgimenti che tranquillizzino i suoi Sé primari rendendo il passaggio dalla quotidianità alla vacanza non così sconvolgente.
Per altre persone, invece, la vacanza è vissuta in maniera completamente opposta. Queste persone non vedono l’ora di andare in vacanza proprio per essere e fare tutto ciò che il resto dell’anno non si permettono. Il pensiero spesso è: “Tanto lì non mi conosce nessuno”, oppure, “Tanto fra una settimana me ne andrò”. Questi modi di fare e di essere, diversi dal nostro solito, appartengono a quelle parti che il Voice Dialogue definisce Sé rinnegati – le parti di noi che normalmente non possono agire nella nostra vita, che giudichiamo in noi e negli altri. In questo secondo caso, più che di una preparazione alla vacanza, sarà necessaria una preparazione al rientro dalla vacanza. La grande sofferenza che sentiamo quando rientriamo dalle ferie, non è solo l’ovvio ricarico in termini di impegni e lavoro, ma è anche il dolore di quelle parti di noi che vengono ricondotte “in cantina”, dove rimarranno chiuse, inascoltate, non considerate e addirittura giudicate, fino alla prossima vacanza. Anche in questo caso, sarà necessario cambiare il proprio stile di vita per fare spazio, anche nella quotidianità, a quei modi di essere sperimentati in vacanza.
D: Per finire, c’è qualche consiglio utile a quanti non possono, per vari motivi, andare in vacanza?
Elena DDV Dragotto: Qui il discorso si fa ampio. Il primo consiglio che mi viene in mente è: smettere di fissare il pensiero su ciò che “non si può” fare e guardare invece a ciò che “si può” fare. In altri termini passare da un pensiero di “scarsità” a un pensiero di “abbondanza”. Dal “vittimismo” al “potere di”. Smetterla di pensare: “Anche quest’anno non ho i soldi, il tempo, le persone per andare in vacanza”; e rivolgere le proprie energie a creare qualcosa che abbia le caratteristiche che cerchiamo in una vacanza. Cerchi il relax nella vacanza? Come puoi crearlo qui e ora? Forse leggendo finalmente quel libro; oppure sperimentandoti in nuove ricette in cucina; o alzandoti senza sveglia e indugiando in una colazione sopraffina. Cerchi l’avventura in una vacanza? Cosa non hai mai fatto qui e ora? Potresti andare a visitare la tua città come un turista, guardandola con occhi nuovi, creando un tuo reportage fotografico con i tuoi commenti. Cerchi sensualità nella vacanza? Potresti giocare con la tua sensualità, con gli abiti, con il trucco se sei una donna, e poi andare in giro immerso nella tua Afrodite interiore, ed assaporare con tutti i sensi ciò che vedi, ascolti, tocchi, odori e gusti. Cerchi nuovi orizzonti, nuovi punti di vista in una vacanza? Cosa potresti fare qui e ora che non hai mai fatto?
Pensare in termini di abbondanza, crea abbondanza nella vita. La vacanza è uno dei modi in cui si esprime l’abbondanza. E se quest’anno non siamo riusciti a crearla, cominciare a cambiare il nostro modo di pensare e guardare alla nostra vita creerà miracoli!
Intervista di Angelo Simone / UfficioStampa24