L’ISTITUTO HESKAIHER AL CONVEGNO IAC “PROFESSIONE COUNSELING: COSTRUIRE PONTI VERSO IL BENESSERE” VERONA, 3-6 SETTEMBRE 2015
L’esperienza di queste giornate internazionali è stata per me, per il nostro Istituto e per gli studenti della nostra Scuola di counseling molto importante e arricchente sia a livello personale che professionale.
Ciò che mi ha spinto a partecipare come Istituto e con una relazione dal titolo COUNSELING PER UN EMPOWERMENT AL FEMMINILE. L’autostima e il valore della “Ciclicità”, è stata la curiosità di conoscere cosa accade a livello internazionale in tema di counseling e il desiderio di aprirci al confronto con altre realtà che lavorano nel nostro stesso ambito.
A livello professionale è stato importante cogliere le grandi possibilità di intervento che il counseling può avere in tema di pace, rifugiati, parità di genere e culture diverse che si trovano a dover convivere.
Inoltre, la maggiore tradizione del counseling in altri paesi come gli Stati Uniti, ha permesso di fare ulteriore chiarezza sulla figura del counselor, i suoi ambiti di intervento e la possibilità di creare collaborazioni con altre figure professionali, quali lo psicologo, lo psicoterapeuta, lo psichiatra, ecc, coinvolte nello sviluppo del benessere e della risoluzione del disagio del cliente.
A questo proposito illuminante e davvero molto chiara è stata la relazione della Presidentessa di A.N.Co.Re., la dott.ssa Immacolata Bruzzese, che ha definito in modo preciso e chiaro il ruolo del counselor secondo la visione dell’Associazione da lei presieduta, in linea con le direttive nazionali ed europee.
Tra gli altri ho partecipato con grande interesse al workshop organizzato dall’EAC (European Association of Counseling) in cui il presidente Seamus Sheedy e il segretario Jesmond Friggieri hanno tracciato il quadro della situazione europea e degli obiettivi che l’Associazione intende raggiungere nei prossimi anni: uniformità tra i paesi europei associati dei requisiti professionali del counselor e della formazione in counseling; e visibilità e legittimizzazione della figura del counselor a livello di Commissione Europea.
Molto interessanti gli interventi del Presidente della IAC (International Association of Counseling) Dione Mifsud, il quale, conosciuta la situazione di difficoltà in cui si trova ad operare la Federcounseling ed il counseling in Italia, ha deciso di scrivere una lettera da consegnare al Ministro della Sanità italiano, per sostenere lo sviluppo della figura del counselor in Italia.
Un’importante conclusione a cui sono giunta insieme allo staff e agli studenti intervenuti, è quella che l’approccio del Voice Dialogue ha moltissimo da dare al counseling, sia sul tema della relazione con il cliente, sia sui temi della pace e delle diversità.
In conclusione, la sensazione e l’intenzione, da parte mia e del mio Istituto, è quella di partecipare a un grande progetto, condiviso in tanti colori, modi e culture, ma ovunque con grande passione: diffondere il counseling come supporto per affrontare la complessità della Vita. A noi la passione non manca. (Elena DDV Dragotto)
I FEED BACK DEGLI STUDENTI E DELLO STAFF DELLA SCUOLA DI COUNSELING DELL’ISTITUTO HESKAIHER PRESENTI
La partecipazione alla IAC Conference di Verona è stata per me come aprire una finestra sul mondo. Quello che mi sono portata a casa da questa esperienza è stata la grande importanza di essere curiosi verso le diversità siano esse religiose, razziali, culturali, sessuali ecc.. Mi sono resa conto che è con questa apertura verso gli altri nel macro cosmo e verso le nostre parti rinnegate, nel micro cosmo che sarà realmente possibile dare voce a tutti e co-creare un mondo di pace, bellezza e armonia. (Arlene Di Ludovico)
Ciò che mi porto dentro da Verona è …l’esperienza di altro da me e dal mio mondo. Sono tornata arricchita e sempre più convinta che è solo attraverso l’esperienza che impari ciò che non conosci. Leggendo si impara, ma il vivere ciò che non ci appartiene ha valore di gran lunga maggiore perché ciò che passa dai sensi ( ascoltare, vedere, annusare…) ti rimane dentro. Ho avuto la sensazione che dentro di me qualcosa si allargasse , l’ho percepito nel corpo e nelle orecchie. E poi mi porto a casa il valore e l’impegno di “PERSONE” così lontane fisicamente ma così vicine in ciò che credono e agiscono. (Paola Decina)
Sento la necessità di unire le forze, per affrontare le problematiche sull’immigrazione, violenza, pace ma in particolare una certa urgenza per salvaguardare il nostro pianeta, ed in questo convegno internazionale si è percepito come la figura del “counselor” e un percorso di crescita personale possano essere di grande aiuto in tutto questo oltre ad esserlo a livello personale. All’inizio ho intrapreso la Scuola di counseling più per curiosità che per altro, grazie a questo convegno ora ho la consapevolezza che sto facendo un grande percorso e come sia in sintonia con tutto ciò. (Laura Matta)
Mi ha colpito molto degli interventi dei relatori l’utilizzo del counseling come attività sociale, non solo “one to one” del counseling. C’è un’investimento relazionale e sistemico sulla società si può vedere e forse anche scrivere del counseling con un occhio che non riguarda soltanto la relazione nel rapporto a due, ma anche un ambito di intervento con uno sguardo molto più grande. Mi è sembrato molto utile questo anche per noi italiani, che rispetto al tema dei rifugiati siamo attualmente profondamente toccati. (Paolo Mecacci)
Sono stata toccata dall’intervento della dott.ssa Mona Amer, egiziana, che ha toccato tutti i campi in cui il counseling può agire. Ma il nucleo del suo discorso è stato: conoscere e mettersi nei panni degli altri. Se il counselor vuole essere efficace deve creare questa empatia con il cliente. conoscendo più a fondo la sua cultura d’origine. Questa molteplicità di visioni e di visuali che va salvaguardata sempre, può valere sia livello internazionale che domestico. Una predisposizione fluida verso l’altro. Questo mi ha colpito molto. Sono stata contenta di aver partecipato. (Antonella Secchi)
Ho notato che si sta lavorando a livello internazionale per convergere verso criteri simili che definiscano la figura del counselor e il counseling. Nelle esperienze riportate dai relatori internazionali sembra essere all’estero una professione molto più sociologica, legata al sociale. Ho partecipato ad un workshop dove si parlava della situazione in India in cui gli astrologi sono gli antagonisti dei counselor. Ha parlato dei tre poteri che influenzano le masse che sono il potere politico, il potere religioso e il potere della polizia dichiarando che l’unica soluzione a tutto questo è il counseling. (Carlo Bagini)
Mi ha colpito molto la relazione della Federcounseling italiana che ha ripercorso le tappe delle counseling in Italia dal punto di vista legale. Mi ha aperto la visione di questa figura all’interno della situazione nazionale. Mi è piaciuta molto alla relazione della dott.ssa Mona Amer che ha iniziato con la domanda: chi è il counselor? E da lì si sono aperte tante prospettive. Il punto centrale della sua relazione è stato: non diamo niente per scontato. Mi è piaciuto anche lo spunto della relazione della dott.ssa Vivian V. Lee, Associate Professor of Counseling at John Hopkins University, Baltimore, Maryland, USA, che in una slide ha mostrato la differenza tra la pace negativa e la pace positiva. Dove l’una ha più il significato di negare i conflitti latenti e l’altra significa affrontarli. Mi ha colpito anche la relazione del dott. Ermanno Marogna sul counseling e l’omosessualità, spronando l’uditorio a mettersi nei panni del cliente omosessuale, in ciò che prova e nelle sue problematiche. A livello personale sono stata toccata dalla facilità di scambio tra i partecipanti, una partecipazione reale da parte di tutti e non solo “di facciata”. (Angela D’Urso)
Mi ha colpito molto la relazione del dott. Ermanno Marogna sulla sessualità e le famiglie allargate, una realtà che sta crescendo. Fare attenzione a questo tema è molto importante per il counselor. Anche la relazione della dott.ssa Vivian V. Lee sulla pace mi è piaciuta molto. La sensazione più forte che ho avuto durante questo convegno è stata quella di far parte di un progetto grande. Assaporare il counseling dei vari paesi è stato molto forte, così come forte è stato constatare che il counseling è un settore in crescita e l’ho sentita come una cosa positiva: mi sento di far parte di qualcosa che è in crescita. Penso che siamo in un buon periodo. (Arianna Testi)
L’utilizzo del counseling su temi sociali mi ha molto attratto, sia nelle scuole che per quanto riguarda l’immigrazione. Anche il filone degli interventi che riguardano l’utilizzo del counseling in ambito medico mi ha molto interessato. Sono stati presentati progetti di counseling in cui alcuni malati sono stati aiutati ad accettare la loro malattia e ad affrontare costruttivamente le loro condizioni. Mi ha interessato il grande fermento dal punto di vista sociale che si insinua nella vita di tutti i giorni. (Eleonora Scerrato)