Siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni
“Noi siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni e la nostra breve vita e’ circondata dal sonno”
W. Shakespeare “La tempesta”
Trascorriamo circa un terzo della nostra esistenza tra le braccia di Morfeo e, a prescindere dalla capacità di ricordarlo, durante il sonno l’uomo sogna. “Quali che siano la sua natura, il suo comportamento, il suo ruolo, il suo senso etico o la sua cultura, l’essere umano termina la giornata sempre allo stesso modo: dormendo” Zuleika Fusco “Intepretazioni del sogno”
“L’uomo ha in comune con pochissimi mammiferi superiori il curioso privilegio della cittadinanza di due mondi; egli, infatti, incontra ogni giorno alternativamente due distinti tipi di esperienza – ypar (veglia) e onar (sogno) li chiamavano i Greci – ciascuno con la propria logica e i propri limiti, e non ha ragione di ritenere l’uno più valido dell’altro. Il mondo dello stato di veglia ha, sì, certi vantaggi di concretezza e continuità, ma le sue possibilità sociali sono assai ristrette: vi incontriamo soltanto i nostri conoscenti, mentre nel mondo dei sogni si possono avvicinare, sia pure di sfuggita, gli amici lontani, i morti, gli dèi; normalmente è l’unica esperienza che ci sottrae alla tirannia penosa e incomprensibile del tempo e dello spazio” E. Dodds, “The Greeks and the Irrational”
Per la cultura orientale c’è un forte legame tra il sogno e la quotidianità ovvero due realtà che si influenzano a vicenda. Secondo la tradizione buddista tibetana è possibile “unificare il sonno e la realtà”, ed è anzi importante sviluppare una maggior consapevolezza nello stato onirico al fine di raggiungere la consapevolezza assoluta. I Tibetani sostengono che il sogno fornisce all’uomo informazioni utili e nuove consapevolezze; e che questo avviene in modo più diretto e chiaro, rispetto a quando siamo svegli, perché nel momento di veglia siamo identificati con le emozioni, i pensieri e i condizionamenti. Per Alejandro Jodorowsky, bisogna vivere la realtà come fosse un sogno e i sogni come fossero realtà. Per lui è importante applicare alla vita diurna gli insegnamenti ricevuti in sogno: “Proprio così. Mi sono sforzato di essere fedele giorno dopo giorno a ciò che mi veniva concesso di capire in sogno. Perché, a cosa serve ricevere degli insegnamenti se poi non li applichi quando ti trovi di fronte alle difficoltà quotidiane? Un insegnamento non diventa operativo, non acquisisce tutta la sua forza rivoluzionaria, fino al momento in cui viene applicato”. Alejandro Jodorowsky “Psicomagia”
Anche Hal Stone, Ph.D. e Sidra Stone, Ph.D., ideatori del Voice Dialogue, sostengo che attraverso i sogni abbiamo la possibilità di conoscere le nostre parti primarie e rinnegate che vengono a trovarci per comunicarci un messaggio e/o per chiedere maggiore riconoscimento nella nostra vita. Nel momento del sonno, ci rilassiamo e il nostro controllo (il Sè controllore in termini di VD) si riposa. Diventa così possibile, per quelle voci che facciamo fatica ad ascoltare durante la vita diurna, palesare il contributo che potrebbero offrirci. Ciò che avviene nel mondo onirico ci racconta qualcosa di importante della nostra vita diurna, e viceversa.
Dott.ssa Arianna Testi
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