La Fame d’Amore. Il grande equivoco tra sesso e amore: comprenderlo e risolverlo con l’energia
di Rossella Panigatti
Recensione di Ivana Ponzo
“Che cosss’è l’Amor? Chiedilo al vento”, canta Vinicio (Capossela, sic).
Quante emozioni, pulsioni, idee, bisogni e, spesso, paure nascondiamo dentro questa parola. Ci illudiamo di amare perché sentiamo l’urgenza necessaria dell’altro, perché ci sembra di morire senza di lui (lei), perché proviamo gelosia, perché siamo irresistibilmente attratti, ossessionati dal pensiero di lei (lui), che ci distrae il giorno e ci tormenta la notte, perché con lui (lei) ci raggomitoliamo in un nido di coccole. E’ amore quando, in un moto di possesso, leggiamo furtivamente gli sms dal suo telefonino, per controllare che ci ami ancora? O è paura di perdere il controllo, e quindi lui. È amore quando gli strappiamo i vestiti in preda alla passione e, a cose fatte, non sappiamo più che dirci? O forse stiamo facendo confusione?
La cultura dominante ci ha pervasivamente convinti, più o meno da Aristotele in poi, che il corpo e le pulsioni ad esso collegate siano un male da scongiurare: l’essere umano può dirsi tale solo trascendendolo, per divenire pura ragione, o spirito per le tradizioni religiose monoteiste (ma non solo). La Mente, lo Spirito sono sublimi, il corpo è ignominia, perché attraverso i suoi impulsi ci trascina nel peccato e, soprattutto, rischia di perderci, facendoci perdere il controllo e travalicare i limiti delle regole socialmente stabilite. Il Sesso, quindi, che del corpo è espressione primaria, come la fame o il sonno, è stato demonizzato. La cultura patriarcale, che della trascendenza ha fatto un caposaldo, ci ha educato per millenni a ripudiare i segnali che venivano dal nostro corpo e a trasformarli in altro, fraintendendoli e disattendendoli: le pulsioni devono essere negate, le donne che le manifestano sono impudiche, lussuriose e quindi demoniache; ma anche gli uomini vengono incoraggiati a pervertire il loro sentire: da una parte l’amore cavalleresco, dall’altra l’istinto bestiale, che se non può essere soppresso, va celato, con le conseguenti aberrazioni. (L’apparente disinvoltura con cui sesso e corpo vengono esibiti nella nostra contemporaneità non hanno realmente cambiato la percezione intima e collettiva che ne abbiamo: la loro mercificazione è solo un nuovo aspetto consumistico della visione patriarcale, che si nasconde sotto una menzognera bandiera di Libertà).
Nasce quindi un’etica distorta, in cui per poter dare una risposta alle richieste naturali del nostro corpo, dobbiamo fingere che esse siano altra cosa, e chiamiamo Amore, sentimento nobile e socialmente accettabile, idealmente connesso allo spirito, la spontanea attrazione del nostro corpo per un altro corpo. Il Sesso non può essere sentito e vissuto per quel che è, dobbiamo infarcirlo di altri significati, indorarlo di emozioni e sentimenti che non gli appartengono, che forse proprio non ci sono. Il sesso è un’energia che tende verso l’altro, verso l’unione, per procurare piacere al corpo e, se mai, per spingerci alla perpetrazione della specie; (il corpo tende al piacere e all’evitamento del dolore, si sa, per sua intrinseca natura e per spirito di conservazione: è Legge naturale!). E l’energia fluirebbe spontaneamente lungo la parabola della sua soddisfazione, se non fosse intralciata dai nostri aggregati emotivo/mentali, fine. Il resto è altra storia.
L’ autrice ci spiega come imparare a discernere quello che proviamo attraverso la percezione e l’uso dell’energia di cui siamo fatti. Noi siamo essenzialmente energia in movimento, ed esistono, secondo le tradizioni orientali, dei punti specifici nel nostro corpo in cui l’energia si concentra e scambia informazioni con l’esterno, anch’esso fatto di energia. Nella tradizione indiana (induista, buddhista e tantrica) essi vengono riconosciuti come Chakras, molteplici ruote di energia, ognuna deputata a presiedere determinati organi e funzioni fisiologiche ed emotive del nostro sistema corpo-mente-spirito. Il Secondo Chakra, tradizionalmente posto tre dita sotto l’ombelico, è sede del nostro sentire e delle nostre emozioni: si occupa della percezione di quello che avviene negli altri centri energetici e ce lo riporta in forma di sensazione. Ed è la sede dei sensi, della sensualità e quindi del Sesso, nella sua parte relativa all’incontro e alla tensione verso l’altro, al di là della funzione riproduttiva. Il Quarto Chakra, detto chakra del cuore, è il centro collegato all’Amore, inteso come sentimento incondizionato. Nel suo ultimo libro Rossella Panigatti ci insegna a riconoscere e a distinguere l’origine di ciò che sentiamo al di là dei fraintendimenti introiettati, a non confondere la naturale pulsione sessuale, e sensuale, con i sentimenti d’affetto, con l’Amore, ma anche con il bisogno di accudimento, di coccole delle nostre parti bambine; a sentire se a spingerci verso l’altro è la paura della solitudine, dell’abbandono, o, per esempio, la ricerca di sicurezza, anche economica (tematiche pertinenti al Primo Chakra), e ci svela come ripulire ciò che sentiamo attraverso il lavoro energetico. Questo ci permetterà di vivere ed agire consapevolmente, smettendola di infilarci in relazioni improbabili e dolorose, a volte anche autodistruttive, frutto dell’inconsapevolezza dei nostri bisogni, dei nostri “buchi” energetici, dovuti ai nostri vissuti, e al disamore di noi, che spesso ci sentiamo non meritevoli d’essere amati ed attraiamo così ogni genere di relazione disfunzionale.
Rossella Panigatti è nata a Milano dove si e’ laureata in Scienze Politiche. Si è occupata di marketing e comunicazione finché un’ernia al disco e una forte depressione l’hanno avvicinata alla prospettiva energetico-spirituale. Ha pubblicato: La paura della paura, Le emozioni parlano, I sintomi parlano, La comunicazione vitale e Guariti – Storie vere di chi ha scelto la salute, oltre che il romanzo Anima Magica, tutti editi da TEA. Ha anche prodotto – sempre con TEA – un DVD + libro Le relazioni energetiche.