FELICITA’ INTERNA LORDA. Investire sulle relazioni tra le persone, e non in Borsa. Di Paolo Mecacci
“Il PIL misura tutto, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta”
(Robert Kennedy )
Correva l’anno 1968, e Robert Kennedy (allora ministro della giustizia e fratello del presidente degli USA, J.F.Kennedy), tenne il celebre discorso all’Università del Kansas, in cui formulò “un’illuminata” critica sulle capacità del PIL (Prodotto Interno Lordo) di esprimere e rappresentare la “ misura del Benessere” della collettività.
Il PIL (che in inglese si definisce Gross Domestic Product o GDP), è considerato la principale misura dello sviluppo economico di una paese: più è alto e più si desume vi sia benessere. Esso misura la realtà, attraverso indicatori fondati prevalentemente sul “consumo”, sul “mercato” e sul “profitto”, non considerando la distribuzione della ricchezza e dei consumi, e non differenziando quelle attività che contribuiscono al benessere da quelle che lo diminuiscono, o che addirittura, non lo permettono affatto. Anche oggi, dopo 40 anni, riascoltando quelle parole di Bob Kennedy, si risveglia dentro un senso di grande verità.
Non intendo demonizzare l’etica del profitto, perché sono profondamente convinto che essa sia un “motore generativo” di enorme valore, bene e bellezza, ma come ogni cosa fuori equilibrio, anche questa tenderà a distorcersi e a mettere in ombra altre sfere di umanità che ogni persona necessita di riconoscere ed esprimere.
C’è una realtà veramente singolare in Asia, lo Stato del Bhutan, confinante a nord con la Cina e a sud con l’India, che ha deciso di misurare dagli anni ’70 la sua ricchezza non in termini economici (PIL), ma introducendo il concetto di Felicità Nazionale interna lorda.
Il termine Felicità Nazionale Lorda viene coniato dal Re del Bhutan, Jigme Singye Wangchuck nel 1972. Questo concetto considera lo sviluppo economico e sociale come un processo che cerca di aumentare la felicità piuttosto che la crescita economica.
Di fatto il Bhutan osservando le statistiche del PIL, è tra i Paesi più poveri del mondo ( poco più di 2000 dollari di reddito pro capite annuo nel 2011), ma se nel computo si considerano altri fattori come, ad esempio, il senso di appartenenza alla comunità e l’integrazione sociale, l’aria che si respira, la qualità del cibo che si mangia, l’attenzione alla spiritualità, allora i 700mila abitanti del Bhutan sono tra i primi al mondo.
La Felicità Interna Lorda pone la persona al centro dello sviluppo riconoscendo che l’individuo ha bisogni di natura materiale, spirituale ed emozionale.
Il livello di “Felicità” dello Stato viene monitorato attraverso degli indicatori, i cosiddetti “nove domini”, che sono:
Benessere psicologico, la Salute, Uso del tempo, Istruzione, Varietà culturale, Buon governo, Vitalità Sociale, Tutela della
biodiversità, Qualità della vita.
Questi indicatori di Felicità, sono considerati molto seriamente, tanto che determinano l’agenda politica del governo nazionale bhutanese.
I beni relazionali
Nessuno sceglierebbe di vivere senza amici, anche se fosse provvisto in abbondanza di tutti gli altri beni.
(Aristotele)
Negli ultimi anni si stanno sviluppando moltissime ricerche che mostrano l’importanza delle “relazioni non strumentali” (quelle non finalizzate ad uno scopo) nella felicità soggettiva (Bruni, Stanca 2008) e nello sviluppo di una “vita buona”. Inoltre, quando nelle
ricerche psico-sociali vengono analizzate le caratteristiche delle persone che si considerano più soddisfatte (e che sono considerate tali anche dagli altri), emerge, senza eccezioni, che queste hanno rapporti interpersonali significativi e positivi (Luigino Bruni in “Economia e Felicità”).
A tale proposito, sta facendo il suo ingresso nelle scienze sociali e nell’economia, la categoria teorica di ”bene relazionale”, che lentamente sta modificando il modo di studiare le relazioni umane in economia. Secondo questa categoria la relazionalità presa in considerazione è stata tradizionalmente quella strumentale. I beni relazionali
si fondano invece su motivazioni non finalizzate e gratuite. Sono quelle dimensioni delle relazioni umane che non possono essere né “prodotte” né “consumate” da un solo individuo, perché dipendono dalle motivazioni delle interazioni tra persone, e quindi possono essere goduti solo se condivisi nella reciprocità (ibidem).
Il Voice Dialogue favorisce la crescita del “bene relazionale”
Esiste un nesso universale tra il benessere soggettivo e la qualità delle relazioni interpersonali. Il metodo del Voice Dialogue, ideato da Hal Stone Ph.D e Sidra Stone Ph.D, si pone come strumento efficacissimo e molto flessibile per il potenziamento relazionale dei singoli, attraverso un ampliamento della consapevolezza di se stessi che viene denominato processo di Ego Consapevole. Questo avviene in conseguenza alla conoscenza e poi disidentificazione dei propri Sé interiori e dei loro schemi comportamentali.
Il metodo del Voice Dialogue propone un potente strumento per lavorare con i Sé con cui ogni persona entra e si misura con gli altri.
Gli Stone, approfondendo lo studio dei ritmi delle relazioni, hanno scoperto ciò che è stato definito da loro la “Dinamica di Vincolo”. Essa è un modello prevedibile di interazione automatica tra individui (coppie o gruppi) in cui le persone si alternano in funzioni di dare/ricevere potere e protezione.
In questa dinamica la relazione
si sviluppa prioritariamente tra due ristretti gruppi di Sé e non tra due persone “complete”. Questo implica una limitazione dei comportamenti che possono essere messi in atto. Comportamenti molto spesso stereotipati, non liberi e spontanei, schemi di base che si ripetono in ogni relazione, come un automatismo, e da questo la loro definizione, appunto, dinamica di vincolo (bonding pattern).
Questo sistema relazionale automatico, a lungo andare tende a deteriorarsi, in quanto porta a limitare la possibilità di scelta delle persone coinvolte, cristallizzando ruoli e comportamenti, e limitando quindi la libertà di scelta.
Utilizzare il Voice Dialogue per potenziare le proprie modalità relazionali e sviluppare una miglior socialità e competenza relazionale, significa permettere la costruzione di processi sociali nuovi fondati sullo sviluppo di “Campo di Ego Consapevole”, a dimensione più vasta che si riverbera sul benessere non più di un solo individuo, ma dell’intera comunità.
https://www.youtube.com/watch?v=x1TRjU4Sqlc
A cura di: Paolo Mecacci Sociologo, Counselor Trainer e Formatore TORINO – SIENA