L’Arte di Cum-Laborare
La collaborazione è una qualità innata nell’uomo, che fin da neonato è in grado di cooperare con la madre.
La collaborazione è essenzialmente un’arte, un’abilità sociale, e richiede un suo rituale, che va dal semplice dire grazie alle più sofisticate forme di diplomazia.
Richard Sennet, classe 1943, Sociologo americano di fama mondiale, ha conquistato un posto di grande rilievo nell’analisi del mutamento della società contemporanea.
Per la copertina del suo ultimo libro “INSIEME. Rituali, piaceri, politiche della collaborazione” edito in Italia da Feltrinelli, Sennet ha scelto un gruppo di vogatori impegnati in una gara.
Dice il sociologo: «È un’immagine che spiega bene come la collaborazione non sia l’opposto dell’altra grande forza, la competizione: quei rematori collaborano per competere. E in definitiva sono entrambi processi dinamici».
In questo libro Richard Sennet mette sotto la lente del suo esame, le diverse realtà in cui le persone giungono a fare le cose insieme. Sennett è convinto che la collaborazione sia innata nell’uomo. Un tratto genetico della nostra specie. Ma a questo aggiunge, che per collaborare si possa e si debba impararne i modi, attraverso l’utilizzo di metodi, processi e tecniche.
La sua analisi si concentra all’interno della cornice delle crisi contemporanee, in particolare quella del 2008 e quella attuale, che hanno accentuato la riduzione delle risorse a disposizione delle persone e un aumento delle disuguaglianze. Fattori generati primariamente dal mondo economico e finanziario, ma che a loro volta influenzano molti altri processi di carattere relazionale, uno di questi è proprio l’incapacità sempre più accentuata di mettersi insieme per ottenere risultati.
Questa condizione, secondo il professor Sennet, è causa ed effetto dello sfilacciamento delle capacità collettive di riuscire a fare qualcosa con gli altri, elemento che porta a ridurre gli spazi di attenzione e collaborazione con il mondo che ci sta attorno e facendo crescere l’egoismo.
In una parte delle sue ricerche, Sennet è andando ad intervistare i lavoratori del mondo finanziario di Wall Street. Per molti di questi lavoratori, finiti oggi disoccupati, è risultato che nelle loro società avevano completamente perso la capacità di lavorare insieme. Molti di loro hanno espresso nelle interviste un malessere comune, ovvero percezione di non potersi più fidare gli uni degli altri e tanto meno del giudizio dei loro capi. Persi, isolati, costretti a puntare continuamente a nuovi obiettivi per andare avanti, avevano smarrito completamente il senso del proprio lavoro. E, soprattutto, non riuscivano a collaborare, perché impegnati continuamente a guardarsi le spalle dai propri colleghi. Tutto questo, a quanto pare, rappresenta il paradigma diffuso nel mondo del Lavoro contemporaneo, nella visione del sociologo americano.
Ma c’è una buona notizia per Sennet, che ha uno sguardo verso un orizzonte di cambiamento. Secondo lui la capacità di cooperare è genetica, è proprio una abilità dell’uomo, alla quale ci si può applicare per potenziarla ed espanderla (“L’uomo artigiano”, del 2008).
Sennet ci mostra delle strade da seguire, a partire dalle relazioni in cui siamo coinvolti ogni giorno: riscoprire la capacità dialogica, di guardare oltre il significato delle parole e cogliere l’intenzione di quello che ci viene detto; sviluppare doti di minor assertività e sicurezza nel dire le cose, lasciando spazio al dialogo, perché secondo lui «la chiarezza è nemica della collaborazione». Apprendere a guardare l’altro con empatia anziché con simpatia, chiedendoci cosa ci sia che si muove al suo interno, anziché limitarci a compatirlo.
È necessario, per operare con persone che non ci somigliano, non conosciamo, magari non ci piacciono o che possono avere interessi in conflitto con i nostri, sviluppare la capacità di gestire i propri Aspetti Giudicanti, capaci di esprimere sentenze definitive con grande semplicità e riduttività. E’ proprio in questa cornice che a mio parere la conoscenza e la sperimentazione del Voice Dialogue (Dialogo delle Voci) diviene, pensando anche ai luoghi del lavoro, un modo efficace e pratico non solo per leggere la realtà delle relazioni tra le persone, ma per intervenirci in modo appropriato e costruttivo, facilitando l’esperienza delle persone verso la generazione di uno scambio collaborativo tra persone, anche quando immerse nelle attività lavorative.
La crescita e l’evoluzione personale, forse in questo nuovo periodo storico, ha la possibilità di entrare in spazi inediti, in particolare quello delle aziende e del Lavoro in generale. Se una volta, forse, si poteva immaginare il concetto di “Azienda come una macchina”, oggi, appena entrati “nell’era postindustriale”, è evidente che l’”Azienda è un organismo vivente”, bisognoso di essere curata nelle sfumature sottili delle relazioni che esistono tra le persone al suo interno.
Richard Sennet, classe 1943, Sociologo americano di fama mondiale, ha conquistato un posto di grande rilievo nell’analisi del mutamento della società contemporanea.
E’stato direttore della Commissione sugli Studi Urbani dell’ UNESCO e dal 1996 dirige il Council on Works.
Membro dell’American Academy di Roma e dell’American Academy of Arts and Sciences, è stato insignito del premio “Friedrich Ebert” per la sociologia.
E’ stato consulente del candidato alla Casa Bianca per il Partito Democratico Kerry.
Dott. Paolo Mecacci
Per contatti e sedute di counseling: www.mecacci.it; paolo@mecacci.it